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E’ la mamma di Jacopo che ci racconta la breve vita del nostro ispiratore:

Jacopo, Jack o, come lo chiamava la sua mamma ,“topo” è stato uno spensierato e sano bambino sino a maggio 2016, data in cui gli viene diagnosticato un carcinoma del rinofaringe. Lo rileva una risonanza e una biopsia. Da quel momento in poi inizia il lungo calvario di Jacopo  e dell’intera famiglia Marotta. La notizia devasta l’intera famiglia ma hanno una flebile speranza a cui si attaccano con tutte le loro forze: il carcinoma del rinofaringe è un tumore rarissimo, in età pediatrica, con una percentuale molto alta, 99%, di guarigione. Dunque, si dicono i genitori,  si tratta di resistere solo qualche mese facendo terapie se pur dolorose. Erika, la mamma e Andrea il papà,  iniziano così un lungo percorso difficile accanto a Jacopo.

In quei mesi di grande sofferenza scoprono un  figlio meraviglioso: dolcissimo, coraggioso con una dignità, nell’affrontare la malattia, che li lascia sconcertati. Purtroppo, solo 7 mesi dopo l’inizio delle cure, ecco un’ ulteriore brutta notizia: Jacopo ha recidive ossee. Ciò significa che quello fatto sino al quel momento è stato inutile. Si deve ricominciare.

Da quel momento e sino ai 3 anni successivi Jacopo affronta chemioterapie, radioterapie, aferesi, interventi chirurgici, infusione di linfociti, trasfusioni e altre terapie dai nomi impronunziabili.

Jacopo resiste, è consumato dalla malattia, pesa poco più di 30 chili, è tutto pelle ed ossa ma di una bellezza disarmante. E’ tanto provato dalla malattia ma Jacopo si concentra sulle poche cose che la malattia non gli ha tolto: l’amore dei suoi genitori e……. i suoi capelli. Si perché Jack ne era tanto orgoglioso,  la chemio gli aveva almeno risparmiato quelli. 

Mesi e mesi di grande sofferenza e poi…………..il mostro si ripresenta in un nuovo punto.  

Jacopo è stato il bimbo appartenente  all’1% dei casi di non guarigione e così ,dopo sofferenze che la sua mamma definisce disumane, Jacopo si è addormentato per sempre. Era il 12 dicembre 2019.

Jacopino aveva tanti sogni, voleva diventare un odontoiatra, voleva continuare a giocare a pallone, era bravissimo, voleva andare in motocicletta, sua grande passione, voleva vedere crescere Matilde, la sorellina, tanto desiderata e tanto amata. Un rapporto molto speciale quello tra Jacopo e Matilde quasi fossero padre e figlia. Jack aveva un senso di protezione e una pazienza infinita con lei. La baciava continuamente, non voleva che la mamma la rimproverasse, la guardava con infinito amore.

Jacopo voleva…… semplicemente vivere e provare tutte quelle emozioni che ogni ragazzino merita di provare come baciare una ragazza, andare in discoteca, al mare, in montagna con gli amici. Lascia una famiglia nella sofferenza più atroce. A noi regala la presenza, all’interno dell’associazione, della sua mamma, della sua meravigliosa mamma, che con tanta forza e coraggio porta avanti il sogno, con tutti noi, di fare sorridere qualche bambino e regalare loro giorni felici, quei giorni che non può donare al suo Jacopo. Erika, soprattutto lotta affinché i pochi anni di vita di Jack non siano dimenticati.  Questa è la storia di Jacopo, Jack, topo, ispiratore della Dreamcatchers, che con solo 16 anni di vita ha insegnato a tutti noi: amore, determinazione, generosità, forza e coraggio

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